Uff, che fatica questi due giorni con la vicenda Fedez. Avrei dovuto aspettarmi che l’analisi strategica di un comportamento virtuoso avrebbe generato così tanta maretta, ma non pensavo fosse così semplice polarizzare anche su una iniziativa palesemente a fin di bene.
Mi sbagliavo e quindi proviamo a rimettere in ordine due cose, visto che al solito gli schieramenti si polarizzano e si estremizza da entrambe le parti: da un lato chi grida contro e dall’altra chi grida pro Fedez.
Vi do il mio punto di vista, da chi su queste cose ci lavora tutti i giorni, in una serie di domande e risposte prendendo alcuni dei post più polarizzati, dei commenti più sopra le righe e dei messaggi più caratteristici che sono arrivati nelle ultime 24 ore.
Allora Fedez non ci crede veramente ma sta facendo tutto per Marketing?
Ni.
Nel senso, Fedez ha operato un grande cambiamento rispetto ai temi e alle sue “credenze”, abbracciando alcune cause, non abbracciandone altre, un po’ come facciamo tutti sensibilizzandoci solo su certi aspetti.
L’intera coppia pare aver avuto inaspettati U-Turn su tre principali topic: veganesimo (Chiara è passata da testimonial di AIA ed elogiare il prosciutto crudo ai capi “Eat more Veggies”), femminsmo (da “berremo fino al punto che ti sembrerò Gabriel Garko e tu mi sembrerai Belen” e “Pensavo fosse amore e invece era una Escort” fino alla lotta per i diritti femministi), e fluidità di genere (da “Non Fare L’Emo Frocio Con Lo Smalto Sulle Dita” alla linea di smalti dedicati).
Un salto di consapevolezza e di presa di coscienza notevole, che coincide peraltro con i Valori Primari espressi dalla GenZ insieme ai secondari (Equality, Accountability, Rights&Safety).
Se volete date un occhio al “Gen Z Equation” report di WGSN oppure a “Gen Z: key insights and media trends”.
E questi sono i filoni su cui ci si muove nella comuncazione e nella scelta di consapevolezza della coppia.
Non sui Gig-Workers, non sulla povertà, non sulla ecosostenibilità, non sui diritti dei carcerati o sulla libertà di espressione con Zaki e Regeni, non su molte altre direttive. Non dico non ne abbiano parlato, dico che non sono driver principali di progetti e iniziative, e non c’è nulla di male in questo.
Non solo, ma non è nemmeno particolarmente strano, sia chiaro: come i Gates hanno differenti linee di intervento (ricerca medica, lotta alle malattie incurabili, educazione, di cui le ultime due con focus terzo mondo) e non si occupano invece di tematiche di genere, il duo Ferragnez ha scelto le sue tre direttive (vegan, feminism, gender) e le persegue eticamente, e COMMERCIALMENTE.
Le direttive più interessanti per il pubblico di riferimento, la GenZ.
Allora Fedez l’ha fatto per vendere gli smalti?
Ni.
Non l’ha fatto PER VENDERE GLI SMALTI, ma perché ambedue le cose – parlare a favore del DDL Zan e una linea di smalti genderless – fanno parte di una delle tre direttive della GenZ.
Non è che Banca Etica sponsorizza “Fa la cosa giusta” per “vendere conti correnti”, lo fa perché è in linea con i valori che ha deciso di rappresentare. Poi, come è giusto che sia, all’interno ha anche lo stand per parlare dei SUOI prodotti etici.
Sfrutta l’occasione? Certo che sì, non sponsorizza le tematiche, i prodotti, gli eventi, dove non avrebbe un pubblico di riferimento a cui poi proporsi. Ma, dall’altra parte, non si vede perché dovrebbe sponsorizzare cose e eventi che non siano in linea con i propri valori.
Nello stesso modo Fedez nella stessa scia di Marketing Valoriale partecipa ad un evento per i diritti dei lavoratori parlando (anche) dei diritti dei lavoratori ma spostando l’attenzione su quelle che sono le tematiche che a lui interessano maggiormente all’interno della triade Vegan-Feminism-Gender.
Quindi è tutta una messa in scena?
No, non vedo perché dovrebbe esserlo.
Se scegli una base di valori su cui pensare li puoi accettare tranquillamente e crederci fortemente.
Non è che perché la vostra società si occupa di riciclo e vi battete per la eliminazione delle bottiglie di plastica NECESSARIAMENTE dovete non crederci nella causa e farlo “solo per soldi”.
L’impegno e il cambio di visione del mondo esiste ed è fondamentale e, se ci pensiamo bene, è parte di un processo di crescita che facciamo un po’ tutti.
Fedez crede fortemente nella triade di valori scelta? Secondo me assolutamente sì.
Perché ha parlato solo marginalmente di diritti dei lavoratori?
Qui la faccenda è un po’ più ostica, lo ammetto, perché effettivamente in un evento tradizionalmente dedicato ai diritti dei lavoratori ha “spinto” una narrativa un po’ differente, peraltro avendo grandi argomenti per rimanere nel filone “lavoro”.
Ma ricordiamoci che il concerto del I Maggio ha sempre dato spazio e voce a tematiche non strettamente legate al lavoro…
Nel 1993 Pelù mise un preservativo sul microfono attaccando il vaticano, nel 2003 Silvestri cantò “il mio nemico” con una maglietta con il volto di Berlusconi, nel 2007 Rivera parla contro il Vaticano per il fine-vita e Welbi, nel 2009 Lodo da dei galeotti ad una serie di politici… Insomma, politica e lotte per i diritti civili sono sempre state alla base del concerto del I Maggio, quindi parlare di un iter di legge (e dare contro ad alcuni politici) è perfettamente nella norma.
Dall’altra parte Fedez è stato incredibilmente attivo anche con i il lavoro dei lavoratori dello Spettacolo, creando un Fondo da oltre 3M di euro e poteva parlare di quello ma… ma, almeno secondo me, non sarebbe stata una mossa strategicamente vantaggiosa. Uno perché non è una tematica della triade, di quelle che colpiscono la sua base fan, due perché in effetti i Partner con cui la coppia ha accordi non si sposano molto bene con quel tipo di tematiche ed offrono facili spunti di attacco. L’accordo con Amazon per la serie, l’ingaggio con Nike e aprire il fianco allo sfruttamento sono tematiche che avrebbero potuto essere facilmente usate per dare addosso al duo. Strategicamente quindi la mossa di parlare di “altro” è vincente e riporta nell’interesse del target.
Non ci credo! Perché invece non ha parlato di XXX che è più importante?
Perché non era titolato a parlare di XXX, perché non gli interessa così tanto XXX o perché XXX non è nei suoi obiettivi. D’altra parte anche tu, che stai leggendo, sei attivo in egual modo per i diritti dei bambini del Ciad, i lavoratori di Amazon, il canile sotto casa, i diritti del popolo Curdo, i massacri dei Rohinga, i rifugiati di Lesbo, la salvaguardia del Panda cinese e la preservazione dei Tartufi di Alba?
Probabilmente no.
Ed è normale: ciascuno sceglie le sue battaglie e in un mondo con FINITE risorse decide di essere maggiormente di impatto con alcune tematiche, sapendo di tralasciarne altre.
E dove è la differenza quindi? Se lo fai inconsciamente è parte del tuo essere, se lo fai con un piano, con degli obiettivi, con delle tappe prefissate, organizzando le tue risorse e tempo per una serie di progetti che tra loro di compenetrano e vanno nella stessa direzione… si chiama STRATEGIA.
Se in aggiunta a questo tutti i progetti, le tappe, gli obiettivi, il piano non è semplicemente volto ad accrescere in qualunque modo le tue ricchezze, la tua influenza e la tua base di clienti, ma lo fa strettamente legato ad un numero ridotto di valori fondanti, beh… si chiama STRATEGIA VALORIALE.
Se per perseguire la tua Strategia Valoriale ti muovi andando a cercare visibilità, scoop, pianificando le uscite e trovando occasioni per spingere quel particolare Valore all’interno del mondo dell’informazione, alzando l’interesse su quel Valore e non su altri possibili, e decidi di fare leva NON sul tuo brand e prodotto IN QUANTO TALE, ma sulle tematiche di riferimento di quel valore, dando più spazio al racconto del Valore che non a quello di te e del tuo prodotto, in questo caso si chiama CORPORATE PROPAGANDA.
E no, non è qualcosa di male, ma è qualcosa di tanto “bene” quanto il Valore che spingi ed i risultati che ottieni.
Perché avere una strategia e pianificare NON SIGNIFICA non crederci e non significa che lo FAI PER SOLDI, ma significa solamente che cerchi di avere il maggiore impatto possibile per spingere quel Valore.
E, permettetemi, in un mondo frammentato in milioni di piccole controversie, ho massima stima per chi pianifica una strategia.
Mi hai quasi convinto, dove imparo qualche cosa in più sulla Value Strategy?
Se volete studiare un po’ di più vi lascio qualche link per approfondire (i link ad Amazon potrebbero avere il mio Referral Code, se mi ricordo di metterlo):
- La mia Lectio Magistralis al Festival della Co.Scienza 2021 di Trento
- La Bibliografia del mio corso in Corporate Reputation a Pavia
Se cercate il “bare minimum” per iniziare vi consiglio invece un “paio di paia” di libri:
- Robson – The intelligence Trap
- Thaler – The Nudge
- Klein – Why we are Polarized
- Kahneman – Thinking fast and Slow
…Estote Parati!